L’endodonzia è la branca dell’odontoiatria che ha come oggetto di studio i tessuti situati all’interno del dente (nervo o polpa dentale) e la cura delle patologie correlate ad essi.
Il trattamento endodontico, conosciuto comunemente con il termine “devitalizzazione”, è un intervento odontoiatrico ambulatoriale che ha come scopo principale la salvaguardia del dente, cercando di evitare quanto più possibile il ricorso all’estrazione e all’implantologia.
Eseguire cure endodontiche corrette, avvalendosi di strumenti e materiali all’avanguardia (microscopio operatorio, strumenti in leghe speciali, biomateriali innovativi, etc), è di fondamentale importanza perché l’elemento dentario possa continuare a svolgere una funzione masticatoria normale e non si verifichino in futuro complicanze, quali granulomi o ascessi acuti.
La terapia endodontica può essere affrontata in maniera ortograda, cioè accedendo al sistema dei canali attraverso una cavità praticata nel dente, oppure in maniera chirurgica.
In questo secondo caso, incidendo la gengiva e la mucosa orale, si raggiunge il sistema canalare e si asportano i tessuti infiammati.
Fig. 1: Trattamento endodontico di un dente con irreversibile compromissione della polpa. Da osservare la completa guarigione dei granulomi apicali (indice di infezione batterica) in seguito al trattamento (vedi frecce). Se rimangono degli spazi vuoti nel sistema radicolare questi possono essere colonizzati dai batteri e dare origine ad ascessi o granulomi.
Fig 2: Le immagine mostrano un importante rarefazione ossea in seguito ad un trattamento endodontico non congruo. Il rifacimento dello stesso ha risolto completamente la patologia. Anche per questa disciplina non si può prescindere dall’utilizzo della diga e dei sistemi di ingrandimento in modo da visualizzare il meglio possibile il ridotto campo operatorio.
Fig 3: Immagini al microscopio di camere pulpari di elementi dentari.